UmbriaEnsemble – Regione Umbria/Sviluppumbria/UNIPG/Comune Campello

UmbriaEnsemble – Regione Umbria/ Sviluppumbria/ Università degli Studi di Perugia
Giovedì 25 Maggio, ore 21

Basilica di San Pietro, Perugia

“Verdi vs Wagner”


UmbriaEnsemble – Regione Umbria/ Sviluppumbria/Comune di Campello sul Clitunno

Domenica 28 Maggio, ore 17:30
Tempietto sul Clitunno, Campello (PG)

“Miti e Leggende” – Family Concert

II Edizione – Rassegna Sinfonia della Rinascita


 

               In occasione del 150° anniversario della composizione del Quartetto in mi minore di Giuseppe Verdi, UmbriaEnsemble presenta il capolavoro cameristico verdiano che – unica, più che rara, avis – si distingue all’interno della ricchissima produzione del Maestro di Busseto per essere l’unica pagina cameristica in un catalogo tutto operistico. Un’occasione, quella dell’anniversario, per riaprire una grande pagina della cultura europea ottocentesca; pagina che, dallo spunto artistico, si apre a raccontare un incontro – spesso diventato poi scontro – tra tradizioni culturali, stili di vita, civiltà.

               Nel caso di Giuseppe Verdi, divenuto testimonial della cultura sud europea, latina, belcantistica, melodica, dalla scrittura a “forme chiuse”, lo scontro – diretto e senza esclusione di colpi – è con colui che era divenuto testimonial della cultura nord europea, germanica, contrappuntistica, armonica, a “forme aperte”, e che, per un beffardo disegno del destino, era nato nello stesso anno 1813: Richard Wagner. Nel reciproco scambio di cortesie, Verdi ebbe a dire che la musica di Wagner è “Musica bella e chiara, quando vi è pensiero, ma l’azione corre lenta, come la parola; quindi noia. Molta verve, ma senza poesia e finezza”. Da parte sua, si narra che Wagner considerasse la musica dell’italiano troppo legata alla tradizione della semplice melodia accompagnata, dal sapore ancora troppo paesano e bandistico.

                Dev’esserci stata anche questa provocazione, molto probabilmente, a spingere Verdi a scrivere con stupefacente rapidità il suo unico lavoro per Quartetto d’Archi – genere dove i tedeschi eccellevano – nei momenti d’ozio a Napoli, mentre soprassedeva all’allestimento del debutto della sua Opera egizia, Aida. Scrivere un Quartetto d’Archi significava, ipso facto, guardare a Nord, e misurarsi con la tradizione tedesca di un genere che aveva avuto i natali con Haydn e, a seguire, le firme di Mozart, Beethoven, Schubert, Mendelssohn: l’Olimpo della Musica, insomma, con annesse discendenze.

                Ma pure a sessant’anni, Verdi non sembra affatto preoccupato di mettere in discussione le proprie abilità compositive e di misurarsi con un modello tutto sommato estraneo alla tradizione italica; e la rapidità e disinvoltura con cui partorisce il suo unigenito Quartetto, la dicono lunga sul controllo verdiano della scrittura contrappuntistica, tradizionalmente appannaggio nordico. Non pago della sfida, Verdi sigla il suo lavoro con una Fuga virtuosisticamente raffinata, un elegante dileggio spedito a Nord che anticipa tuttavia, quasi profeticamente, la chiusa della sua ultima opera, Falstaff.

                Sullo stesso piano cameristico, a dar voce al tedesco Richard Wagner, il Concerto vede in programma il Siegfried Idyll composto nel 1870 – appena tre anni prima del Quartetto di Verdi – come regalo di compleanno per la moglie Cosima. Sviluppato su degli abbozzi destinati ad una composizione per Quartetto d’Archi, l’Idillio è stato prima eseguito, e dunque pubblicato, per ensemble di Archi e Fiati. Significativamente, apre il Concerto Wolfgang Amadeus Mozart, con l’Adagio e Fuga K564 che sposa perfettamente il Sud e il Nord musicali con un’eco profetica – nell’Adagio – dell’Andantino del Quartetto verdiano, ed un tributo alla sapienza contrappuntistica della scuola nordeuropea nella complessa Fuga.

                Terzo appuntamento della rassegna  Sinfonia della rinascita.  Pietre che cantano, sostenuta da Regione Umbria, Sviluppumbria e in collaborazione con la Cattedra di Filologia romanza dell’Università degli Studi di Perugia, il Concerto di Giovedì 25 maggio, ore 21, vede in scena, nella splendida Basilica dell’Abbazia di San Pietro a Perugia, il Quartetto d’Archi di UmbriaEnsemble (Angelo Cicillini e Cecilia Rossi, Violini; Luca Ranieri, Viola; M. Cecilia Berioli, Violoncello). Per l’occasione, il parcheggio della Fondazione agraria, attiguo alla Basilica, sarà disponibile gratuitamente.

                Un’altra sfida, sul filo degli archi dei Cellostar – venti giovanissimi violoncellisti umbri – si terrà a Campello sul Clitunno, con un Family Concert nell’area archeologica del longobardo Tempietto che si specchia sulle acque del fiume Clitunno, Domenica 28 maggio, con inizio alle ore 17:30. Sempre all’interno della rassegna Pietre che cantano, il Concerto si apre al più vasto pubblico dei giovani e delle loro famiglie con un repertorio eclettico che va dalle musiche rinascimentali al Classicismo; dalle tradizionali etniche, a quelle scritte per il cinema, fino al pop.
Ingresso libero al Concerto, con un biglietto di Euro 3 di accesso alla suggestiva area archeologica.

 

umbriaensemble.it

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